Sempiternity

Drink, cameriere e pappagalli

Un controller da console

Viaggiatori!

Siete assetati alla fine di una lunga giornata di viaggio? Volete sedervi a godere dell’atmosfera locale con un Martini Scotch Superspeziato in mano? La Locanda di Esmeralda* è il posto che fa per voi!

Sarete in compagnia di un sacco di persone interessanti e avrete il nostro staff e la sua esperienza a vostra disposizione. Con le sue luci e il suo ambiente accogliente, la Locanda di Esmeralda è il posto perfetto per rilassarsi.

* Stiamo assumendo!

Blueberry Hill in quel momento si trovava dentro alla Locanda di Esmeralda a constatare quanto vecchio dovesse essere il volantino che stringeva in mano: la locanda era infatti uno dei posti più sporchi e confusi che avesse visto da un bel po’ di tempo a questa parte.
Si fece strada tra i tavoli in mezzo a una nuvola di fumo pressoché perenne sperando di trovare Paco, il pappagallo con cui avrebbe dovuto incontrarsi.

Arrivato al bancone, decise di prendere qualcosa da bere e guardarsi attorno senza dare troppo nell’occhio.
La barista, una volpe dal viso carino e l’occhio stanco, gli si fece incontro. «Sono Esmeralda, micio. Che cosa posso portarti da bere?»
«Un Ginteng, per favore» disse Blueberry. «Lieto di conoscere la padrona del locale», aggiunse subito dopo con un sorriso.
«Col cavolo!» disse lei, «Il nome del locale è inventato, io qua ci lavoro da dieci anni… Quel disgraziato giorno in cui ho risposto all’annuncio che tieni in mano. Ti porto subito il tuo Ginteng».
Se ne andò verso il ripiano degli alcolici e tornò poco dopo con il drink.
«Ascolta,» disse Blueberry «non è che hai visto un pappagallo da queste parti? Sto cercando un amico.»
«Intendi Paco? È a quel tavolo che beve, è tutta la sera che dice che sta aspettando qualcuno.»
Non aveva fatto in tempo a indicare il tavolo che il pappagallo lì seduto si accorse di loro e lo chiamò con un saluto: «Blueberry! Qui!»

Un po’ preoccupato per essere stato chiamato ad alta voce in mezzo al locale, Blueberry si avviò verso di lui. «Non dovresti chiamarmi con il mio nome qui. Non ricordi la parola d’ordine?»
Il pappagallo lo guardò fisso senza aprire bocca, poi si alzò dalla sedia e urlò, agitando le braccia: «Blueberry! Blueberry! È arrivato Blueberry Hill!»
Nessuno attorno a loro diede segno di aver ascoltato cosa diceva.
«Non gliene frega niente a nessuno, amico» disse tornandosi a sedere, di nuovo allegro. «È per questo che ho scelto questo posto».
«Non per i Martini Scotch Superspeziati?» disse Blueberry, sedendosi.